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"La scrittura di Dino Azzalin ha una forza sorprendente. La carne, la sensualità più sfrenata e inventiva unita al senso poetico del sublime e del transeunte, sia nello stile che nell'impianto "umanistico"-esistenziale del libro, diventano la cifra stessa di questi racconti. Non trovo in Italia, se non in qualche periferico, magari sardo, una scrittura di questo tipo e devo risalire ai modelli sudamericani per trovare parentele. Del resto, sono racconti raccolti in giro per il mondo, a caccia di parole, ma anche di suoni, intrighi, modi di esprimersi con le labbra e con le labbra del corpo. Del grande viaggiatore e del poeta l'autore ha la capacità degli odori, del tatto, delle storie fulminanti di amori a spada sguainata, dove Eros deve distruggersi e ritrovarsi nell'Olimpo e nel Thanatos, come nel freddo ghiaccio dell'Averno." (Fabio Pierangeli)